Se il vocabolario calcistico e sportivo italiano è così ampio, dettagliato ed espressivo lo dobbiamo anche ad un grande giornalista, che fece dello sport l’oggetto della maggior parte dei suoi articoli: Giovanni Brera. Nato a Zenone Po, in provincia di Pavia, nel 1919, Gioânn "fu Carlo", come amava firmarsi spesso, è stato, con ogni probabilità, il più rilevante cronista sportivo del ‘900, capace di lasciare il segno non solo nell’editoria e nel giornalismo, ma anche sui vocabolari italiani: sono suoi numerosissimi neologismi e termini tecnici quali “melina”, “pretattica”, ma anche parole entrate nell’uso comune come “centrocampista” e “intramontabile” (lemma di cui andava particolarmente fiero). Fu sempre legatissimo al suo territorio e alla sua lingua, il lombardo, che spesso nei suoi pezzi rimaneggiava e rimodellava, ora adeguando questa all’italiano, ora “lombardizzando” la lingua di Dante. A unirlo alla sua terra era inoltre il Grande Fiume, il Po, tanto da arrivare a presentarsi così in un suo scritto: “Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti [...] Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po.”
Antifascista (ebbe infatti modo di partecipare agli eventi bellici legati alla Resistenza in Val d’Ossola) e di famiglia socialista, scrisse per moltissimi giornali a tiratura nazionale, come la Gazzetta dello Sport, il Guerin Sportivo (dove teneva la seguitissima rubrica “l’Arcimatto”) e il Giornale (diretto all’epoca da Indro Montanelli) e fu candidato alle elezioni politiche due volte: la prima proprio fra le fila del Partito Socialista Italiano, la seconda coi Radicali. Pur non avendo aderito, qualche anno prima della sua morte, avvenuta a causa di un incidente stradale nel dicembre 1992, alla neonata Lega Nord, fu senza dubbio portabandiera e ambasciatore dell’identità di un mondo, quello lombardo e basso-padano, che della Lega è culla e incubatrice: un ambiente che Brera ha sempre rivendicato con una fierezza non scontata e che a distanza di anni si rivela, ancora, attualissima. È, infatti, su esempi come quello del “Gran Lombardo” (uno dei tanti nomignoli che nel corso della sua carriera giornalistica gli fu attribuito) che dobbiamo difendere e affermare la nostra volontà e coscienza di Popolo, fiero, come Gianni, delle sue origini e della sua illustre Storia. Perché solo sapendo da dove si arriva si è in grado di decidere la direzione che si vuol prendere.
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