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Presidenzialismo: la volta buona?

Si fa presto a dire Presidenzialismo


In questi giorni ha fatto molto discutere la proposta del centrodestra di introdurre il sistema presidenzialista in Italia. In realtà questo tipo di idea non è nuova e il centrodestra è da circa 30 anni che lo propone e prima di esso fu Craxi con il PSI ad auspicare una riforma dello Stato in tale ottica. La sinistra ha già cominciato a mettere in guardia su una presunta "deriva autoritaria" dimenticando forse che nel 1997 la Bicamerale presieduta da D'Alema propose proprio il Presidenzialismo come modello per la Riforma Costituzionale.


Ma al di là delle polemiche, cosa vuol dire Presidenzialismo e cosa cambierebbe concretamente?

Innanzitutto cominciamo a dire che "elezione diretta del Presidente della Repubblica" non vuol dire necessariamente Presidenzialismo: infatti esistono degli Stati che eleggono direttamente il Capo dello Stato ma che sono della Repubbliche parlamentari come l'Italia, come ad esempio l'Austria o la Finlandia. Nei casi sopracitati il Capo dello Stato, pur essendo eletto direttamente, svolge mere funzioni cerimoniali e di garanzia, mentre il Capo del Governo è il primo ministro o cancelliere che deve rispondere al Parlamento.


Esistono, fondamentalmente, due grandi famiglie di Presidenzialismo: la forma pura e il semipresidenzialismo.


Nel primo caso, il modello di riferimento sono gli USA dove il Presidente è il Capo del Governo e dove esiste una netta distinzione tra il potere Legislativo e il potere esecutivo.

Il Capo dello Stato non ha il potere di sciogliere le Camere, e addirittura non dispone formalmente del potere d'iniziativa legislativa riservato esclusivamente ai parlamentari. Il Congresso non può sfiduciare il Presidente, ma può quando ricorrono i presupposti e ci si riferisce a responsabilità penali presunte dell'inquilino della Casa Bianca, allontanare lo stesso dalla carica secondo la procedura di Impeachment che richiede comunque almeno i ⅔ dei voti del Senato americano.


Il Semipresidenzialismo ha come modello la Francia e in questo caso il Presidente condivide la guida del governo con il Primo Ministro che deve godere della fiducia del Parlamento. In questi casi infatti finché il Presidente e l'Assemblea Nazionale sono dello stesso colore politico, il Capo dell'Eliseo nei fatti ha gli stessi poteri, se non maggiori, dell'omologo Americano, ma nei casi invece di coabitazione dove il Parlamento e il Capo di Stato francese sono di schieramenti diversi, il primo ministro riacquista potere. Vedremo come si evolverà la Politica francese in questa situazione dove il Presidente Macron deve fare i conti con un'Assemblea Nazionale senza maggioranza parlamentare dove il proprio partito di riferimento "En Marche" gode solo di una mera maggioranza relativa.


Il sistema politico francese viene anche chiamato a "geometria variabile" nel senso che nei fatti dipende molto dagli equilibri che si creano tra il Parlamento e l'Eliseo e le conseguenze che si creano al Governo. In Francia il Presidente può sciogliere l'Assemblea Nazionale, mentre il potere legislativo può sfiduciare il Primo Ministro, ma non il Capo dell'Eliseo che può essere messo in Stato d'accusa quando ricorrono gravi presupposti.


Ogni Paese che adotta un modello Presidenziale o Semipresidenziale, nella realtà dei fatti ha sperimentato esperienze diverse e con risultati talvolta opposti. In certi casi si è arrivati ad una dittatura in altri invece ad un presidente debole con un primo ministro vero leader della nazione.


In Italia che modello si potrebbe adottare? Come sarebbe questo sistema?

In Italia sono 40 anni che si discute di Presidenzialismo, ma alla fine non si è mai andati oltre alla mera presentazione di Progetti di legge, eccezion fatta per la Bicamerale di D'Alema che però non ha avuto alcun seguito parlamentare.


Tutte le proposte di riforma approvate dalle Camere (ma bocciate dal referendum) hanno sempre provveduto a rafforzare, de iure o de facto, il potere del Governo sempre all'interno di un sistema parlamentare. Che sia la volta buona? Il Presidenzialismo potrebbe dare al nostro Paese quella stabilità mai avuta per tutta la durata della Repubblica: Un Presidente eletto dai cittadini che resta in carica per tutto il mandato e che governa in patria e rappresenta l'Italia all'estero e poi giudicato direttamente dai cittadini che ne valuteranno l'operato.


Se Il centrodestra dovesse vincere le elezioni avrebbe l'occasione unica di poter finalmente girare pagina di mettere ordine a un sistema oramai completamente disordinato. La riforma dovrà essere scritta nel miglior modo possibile, tenendo presente delle esperienze estere e delle particolarità italiane e dovrà essere inserita in una riforma complessiva della vita politica italiana, assieme all'autonomia, ad una seria riforma elettorale e perché no anche dei partiti, per dare vita finalmente alla "Terza Repubblica".


Io ci #credo.

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